sabato 9 agosto 2014

ONDE SONORE - PUNTATA 7 - Musica Stellare


Buongiorno mie care e miei cari pettegoli amanti della musica!!

Vi avevo lasciati due settimane fa annunciando a gran voce che questo post sarebbe stato sulle canzoni lente da ballare in spiaggia. Ebbene, avevo perso un po' il conto del tempo, perché quello è decisamente il post della settimana prossima, la cui uscita è prevista venerdì 15 agosto, per ovvie ragioni. Invece il post di quest'oggi tratterà di musica stellare!! Sì, insomma, ci sarà la notte delle stelle cadenti e quindi pare opportuno affrontare anche musicalmente il tema delle stelle e più genericamente dello spazio intergalattico.

Che voi crediate o meno alla loro capacità di riuscire a realizzare desideri espressi col naso all'insù, resta il fatto che le stelle e lo spazio siano fonte inesauribile di idee per cantanti, parolieri, compositori e chi più ne ha più ne metta. I quali, per l'appunto, poi ci regalano opere musicali impresse a fuoco nella nostra memoria come questa:



Scherzi a parte, visto che ormai sono stati citati, la prima canzone non necessariamente più seria della precedente che vi propongo parla di un alieno tutto blu che vive in un piaeta dove tutto è blu. Ok, avete già indovinato: è dance, è popolarissima, ha un ritornello sempre uguale che è il suo punto di forza e, non importa che cosa ne dica la critica musicale, tutti saranno sempre pronti a ballarla e cantarla perché, diciamocelo, è un must. E poi, è orecchiabilissima. Ecco a voi dal 1999 I'm blue (Da ba Dee) degli Eiffel 65!



Un altro classico della musica italiana che ha a che fare con le stelle risale al 1977: si tratta di un esempio di canzone pop/disco italiana di quei tempi ed è opera di Alan Sorrenti. Sto parlando di Figli delle stelle, dal beat ben definito.



Nel caso in cui non riponiate nelle stelle molte speranze, ci sono anche artisti che hanno pensato ad offrirvi un'alternativa. Se quello che vi serve è la fortuna e volete restare su toni dance, con musica che vi fa sorridere e pensate che questa sera sarà una grande sera, allora non dovete far altro che ascoltare la prima canzone delle due che seguono queste brevi righe: lei viene dal 2004, era un tormentone quell'estate e si tratta di Mirage (Stasera la luna) degli italiani Paps'n'Skar (ma ne hanno fatta anche una versione in inglese). Se, invece, il vostro umore è un po' più giù e non avete voglia di aspettare agosto per esprimere desideri, non vi preoccupate, perché B.o.B. ed Hayley Williams hanno pensato anche a voi con una canzone lenta e dalle strofe rap secondo cui potete esprimere desideri anche vedendo passare gli aerei: la seconda canzone è Airplanes dal 2010.





Questa canzone ci introduce in ambito internazionale e lì più che mai c'è l'imbarazzo della scelta. Un artista che su questo fronte mi ha veramente regalato gioie è David Bowie, che non a caso veste i panni di Ziggy Stardust, personaggio da lui interpretato che dà anche nome all'album The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars (gli Spiders from Mars erano la sua band  di supporto). Il primo singolo estratto da quell'album, nel 1972, fu Starman, che racconta la storia di questo uomo delle stelle che si mette in contatto con dei ragazzi sulla Terra tramite radio: per la cronaca, Ziggy Stardust è il suo messaggero sulla Terra. E' dolce, con suoni talvolta "futuristici" ad introdurre il ritornello dalla melodia sognante. E' bellissima, nulla da dire.
L'unico appunto che posso fare a livello personale è che mi piacerebbe molto un mash up tra questa e Somewhere over the rainbow, che suonerebbe più o meno "Staaaaarman over the rainbow" o qualcosa di simile.



Precedentemente a questa, nel 1969, Bowie aveva raccontato la storia del viaggio nello spazio di Major Tom con Space Oddity, canzone che sembrerebbe parlare dell'isolamento. Lenta, malinconica, dai suoni psichedelici. Curiosità sulla canzone: Chris Austin Hadfield, il primo canadese a passeggiare nello spazio, l'ha cantata suonando una chitarra nello spazio, girando un video.


Questa canzone rappresentò una fonte di ispirazione per gli Europe che nel 1986 pubblicarono la famosissima The Final Countodown, una canzone spaziale e potente che dà la carica anche solamente a pensarci.


 Restando nel tema di canzoni che parlano di viandanti spaziali soli e lontani dalla Terra vi cito una canzone che mi piace molto di uno dei miei cantanti preferiti, Elton John. Se i temi trattati ricordano molto quelli di Space Oddity, la sua Rocket Man (1972) ha sonorità diverse: caratterizzata fin dall'inizio dall'inconfondibile pianoforte di Elton, trovo che la sua melodia sia più coerente con se stessa rispetto al brano di Bowie, che osa di più utilizzando, appunto, toni psichedelici e spaziali. Insomma, personalmente, Bowie secondo me riesce a rendere meglio l'idea dell'isolamento, la canzone riesce ad isolare e a estraniare; invece Elton John riesce a creare una canzone di più semplice ascolto, impregnata di un dispiacere e una malinconia dolcissimi e, se vogliamo, più "classica". Insomma, restando in tema, secondo me questi due brani appartengono a pianeti differenti.


Comunque, quando si parla di suoni che osano, il primo genere musicale che mi viene in mente è il rock progressivo. Non di facile ascolto, gli riconosco il pregio di dar luogo a suoni interessanti grazie alla sua continua sperimentazione. Una delle band  di rock progressivo che ha espresso se stessa con una canzone sullo spazio è quella dei Pink Floyd con Interstellar Overdrive (1967). Che dire? Sicuramente è una canzone che, appunto, osa. L'inizio mi piace da morire, ossessivo-ripetitivo, e successivamente si presentar ricca di svariati suoni tutti differenti tra loro. Se questa melodia si potesse rappresentare graficamente, più che un'opera di Botticelli, sarebbe una di Picasso. Ad ogni modo, è arte.



E dopo tutto questo rock, sempre diverso e capace di innovare e modificare se stesso, rallentiamo un po' i toni. La prima che vi propongo vi conduce in un altro mondo, fatto di sogno e romanticismo: capace di cullarvi in una profonda pace dei sensi notturna, Paint the sky with stars di Enya (1997) vi saprà sicuramente rilassare.


Infine, quando ormai la notte sta per giungere al suo termine, lasciate che Ludovico Einaudi vi ispiri con la sua incredibile Stella del Mattino: è una canzone incantevole e delicatissima dal 2001.



Auguro a tutti una fantastica notte stellata!!

Ci ritroveremo sempre qui venerdì prossimo.

Ciao!!

Mel

Nessun commento:

Posta un commento