Buongiorno a tutti!!
Prima di tutto vi porgo le mie scuse perché sto pubblicando con un giorno di ritardo rispetto a quanto preannunciato, ma il mio Ferragosto e i giorni precedenti sono passati all'insegna di medici e pronto soccorso e dunque mi è stato impossibile pubblicare il post.
Ma eccomi qui, con la speranza che il vostro Ferragosto sia stato migliore del mio.
Oggi finalmente tocca alle canzoni romantiche: mentirei se dicessi che hanno un reale collegamento con l'estate; in realtà si tratta semplicemente di canzoni lente che vedrei bene come colonna sonora per un bel ballo in riva al mare, magari alla luce delle stelle e dei falò. Quindi, sì, sarà un post molto zuccheroso e, sì, alcune delle canzoni sono già state colonne sonore vere e proprie. E, oh, a proposito di stelle: giusto per curiosità, voi siete riusciti ad avvistarne qualcuna?
La prima canzone che vi propongo è italiana ed è veramente dolce dolce. Lenta lenta, dolcissima, oserei definirla "onomatopeica", perché effettivamente riesce a "cullare, cullare" come dice il testo. Quieta, è una canzone che sa farsi amare grazie anche alla voce avvolgente e vellutata del cantante, Nico Fidenco, che riesce a trasportarti in una dimensione di tranquillità dove tutto va bene. Tra parentesi, anche lui si è occupato di colonne sonore. Colta da un successo che la portò ad essere il primo 45 giri a superare il milione di copie vendute in Italia, ecco a voi Legata a un granello di sabbia, del 1961.
Anche il secondo brano di oggi è italiano: Tu di Umberto Tozzi (1978). Ammetto che a me Umberto Tozzi piace tantissimo, con i suoi ritornelli orecchiabili e le melodie incalzanti. Tu è una di quelle che preferisco: dal ritmo scandito proprio dal "tu", che è stata la prima cosa che mi ha conquistata di questo brano, diventa ad un certo punto più dolce, con la sua voce che diventa legata, senza più troppi staccati. Come resistere a "Canterò la pioggia perché venga giù, il vento che si calmi un po', il cielo perché sia più blu e mi sorrida tu"?
Di canzoni italiane romantiche, lente, sull'amore, ce ne sarebbero a sfare, sul serio. Però adesso cambiamo rotta e ci dedichiamo al rock. Il rock più rock di tutti, il rock così rock che fa rotolare le pietre e, in questo caso, anche i cuori. Anche quelli di pietra. Mi riferisco ai Rolling Stones e ad una loro famosissima ballata: Angie (1973) tratta della fine di un amore, ma è musicalmente tutta miele e malinconia e la voce di Jagger è emozionante. Io la percepisco come molto "sentita" e anche molto "umana": un esempio per chiarirvi questo concetto è la strofa "But, Angie, I still love you, baby. Everywhere I look I see your eyes. There ain't a woman that comes close to you". Terribilmente umana e comune e semplice, non trovate? Io lo trovo un brano stupendo.
Ma ecco che arriviamo a due pietre miliari della musica romantica.
La prima è con una buona probabilità la mia canzone preferita in assoluto: Stand by me. Anche questa risale al 1961 e parla dell'amore, esprime l'amore e la forza che può dare, racchiudendo il tutto in una preghiera. Non importa cosa succede, l'amore toglie ogni paura e si è più forti per l'altra persona, se questa ci è accanto. L'accompagnamento musicale è perfetto: per niente stucchevole, unisce un ritmo molto scandito ben riconoscibile ad un tripudio di violini. E' immediata, cattura immediatamente l'attenzione e in fondo è anche molto semplice. Infine, la voce dell'artista Ben E. King è più che calzante. Non sorprende che sia stata un grande successo. Fa sognare.
E' stata utilizzata come colonna sonora per l'omonimo film.
La seconda è un'altra famosissima canzone riconoscibile fin dalla prima nota: Only you (And you alone) (1954). Al di là del testo fantastico (insomma, chi non vorrebbe sentirsi dire "you are my destiny" o "you're my dream come true" o "only you can make all this change in me"?), vorrei sottoporre alla vostra attenzione gli artisti, i The Platters. Mi piacerebbe sottolineare come il coro sembri quasi uno strumento musicale, perfettamente amalgamato con gli altri strumenti: secondo me questo è uno degli elementi che ha contribuito al successo di questo pezzo. Un'altra cosa su cui concentrarsi è anche la voce bella, classica, pulita, impostata, capace di estendersi sulle note più basse e più acute senza perdere mai nitidezza né qualità, del cantante solista, Tony Williams: bravissimo, non smetterò mai di lodarlo; inoltre è lui il primo ad utilizzare il "singhiozzo" per spezzare musicalmente note e parole, altra accattivante caratteristica del brano.
I brani successivi sono due colonne sonore: la prima è il tema principale de "Il tempo delle mele", la seconda di "Unchained (Senza catene) e "Ghost".
La prima è puro sogno e zucchero. Ha la straordinaria capacità di esprimersi da sola, non necessita di commenti né di lodi: è un classico meraviglioso, dalla musicalità eccezionale, commovente e davvero davvero emozionante. Mi inchino davanti a Reality di Richard Sanderson (1981).
La seconda è veramente da struscio e da ballare: Unchained Melody dei The Rigtheous Brothers (1965). Quasi straziante, è poesia pura. Non si può far altro che restare in silenzio ed ascoltarla, perché è meravigliosa e mi toglie le parole ogni volta che la ascolto.
Dai tratti più esotici, Africa di Toto (1982), non è per questo meno capace di trasmettere emozioni né meno capace di essere romantica. Seppur calda e suggestiva è dotata di un romanticismo più "fresco" e ritmico rispetto alle due sopra citate: in termini gastronomici non un concentrato di zucchero filato, ma un fresco cocktail ai frutti, mettiamola così. In termini metereologici ti accarezza come un vento caldo. Africano, per l'appunto. Capace di trascinarti davvero su una distesa di sabbia con davanti l'oceano, al calar del sole. E dotata di questa capacità è anche l'ultima canzone che vi lascio: Paradise di Phoebe Cates (1982). Anche questa è stata una colonna sonora (del film "Paradise"): sensuale, la trovo latineggiante, con una pacata tranquillità. Bella la voce avvolgente e... ovattata, si può dire?, di Phoebe.
A presto!!
Mel
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