"Comme çi comme ça, è tutto qua
Cupido chiama chi gli va
E tu puoi solo dire sì
E se non t'ama c'est la vie"
Mai come in questo caso sigla fu più profetica (o meglio, in effetti anche dire "che campioni Holly e Benji/ questa coppia eccezionale/ guiderà la Nazionale" può dare qualche suggerimento sullo svolgimento della trama, ma una piccola esagerazione nell'iniziare un articolo sul rinomatissimo PMC blog è sempre concessa): Cupido, evidentemente stanco di inseguire Zeus durante le sue scappatelle extraconiugali, sembrerebbe proprio aver deciso di trasferirsi a Poggio Fiorito anche per questa nona stagione.
A poco meno di un mese dal finale, la villetta di Libero Martini alle porte di Roma è, come sempre mi verrebbe da dire, teatro di relazioni sentimentali quanto meno ingarbugliate. Ed è affollata, soprattutto affollata, ai limiti della claustrofobia (in effetti, nemmeno questa si potrebbe definire una novità). Giusto per ricapitolare, in un numero imprecisato di stanze (ma un solo bagno), si distribuiscono Nonno Libero e Nonna Enrica, Ave, Maria e Marco, Annuccia (quando torna a casa dall'Inghilterra), Palù e Jonathan, Elena e Bobò, Lorenzo (a volte addirittura con la ex moglie e nel contempo nuova fiamma Veronica), Sara, Tommy e Giada (per chi non lo sapesse, la ragazza albanese dalla storia tanto difficile quanto scontata). Più ovviamente tutti coloro che per i più svariati motivi hanno bisogno di un tetto sopra la testa e sono disposti a tollerare la follia dei Martini.
Ammetto che il mio rapporto con questo telefilm sia un po' particolare: per metà stagione è andato in onda di domenica, ma come potrei tradire Ncis o Hawaii-five-0? Il risultato, abbastanza scontato, è che mi sono allegramente persa in modo sistematico praticamente tutto il primo episodio per settimane; eppure, continuo a capire perfettamente la trama, e questo già la dice lunga su quanti colpi di scena ci si possa aspettare. In fondo, basta guardare una volta i personaggi: ecco possibili coppie e altrettanto probabili triangoli, i cui protagonisti si scambieranno e rincorreranno nel corso di tutta la stagione per poi trovarsi o lasciarsi definitivamente proprio sul finale. "Un medico in famiglia" non sarà il vertice di originalità, ma penso non smetterò mai di guardarlo.
Arrivati a questo punto, ecco un piccolo riassunto di come sono andate le cose negli ultimi episodi.
Maria e Marco sembrerebbero aver fatto pace (o per lo meno essere giunti ad una tregua) dopo che Fiamma, l'atleta alla cui biografia il giornalista sta lavorando, si è gentilmente offerta di chiarire il malinteso: già, chi penserebbe male se il proprio marito, una volta smascherato, confessasse di non ricordare più nulla della serata appena trascorsa (alcool e farmaci non vanno d'accordo, dovrebbero saperlo tutti ormai), ma di essersi svegliato mezzo nudo nel letto di un'altra, senza fede al dito e per di più nella stanza di un albergo che si chiama "Eden"?
Le cose non devono andare tanto meglio per Lorenzo, ridotto a mangiare un panino al prosciutto ad un orario imprecisato della notte di nascosto da Veronica, che oltre ad essere esageratamente acida, è anche una fervente sostenitrice della dieta vegana (ovviamente lei non impone niente a nessuno, ma se quando c'è altro passi la cena a lamentarti che conseguenze immagini di avere?).
Davanti alla possibilità che il fratellino appena ritrovato si trasferisca a Udine con la famiglia adottiva, Giada e Tommy decidono di scappare con la Panda rosso fuoco di Nonna Enrica e rifugiarsi nella casa di campagna di un amico, che ovviamente è solo un adolescente ma ha già piena disponibilità delle chiavi della villa di famiglia. D'altra parte, mi viene qualche dubbio anche a pensare che io potrei legalmente guidare un'ambulanza ma ancora non riesco a fare la partenza in salita e questi ragazzini sono capaci di arrivare in una pineta fuori Roma senza incontrare l'ombra di un carabiniere, salvo poi far scaricare la batteria della macchina nel mezzo del nulla. "Tommy, l'idea della fuga è pazzesca, guardi troppi telefilm!" (dice Giada); sarà, ma evidentemente non guarda quelli giusti, altrimenti saprebbe che il modo migliore per non farsi rintracciare NON è pagare con una carta di credito e che forse sarebbe meglio spegnere il cellulare piuttosto che buttarlo dal finestrino. Laurea ad honorem nell'inventare scuse a Nonno Libero, che pensa bene di giustificare l'assenza dei bambini dicendo che sono andati nel rinomato ristorante "Pizza pazza del pozzo che puzza".
Dulcis in fundo, Sara resta ingenua, sprovveduta e confusa in amore come sempre: ma perché, io mi chiedo, tenere nascosto a tutti di essere malata di cuore e poi contemporaneamente nascondere la cartella con gli esiti degli esami in una cassettiera tra le lenzuola? Un posto sotto chiave non era disponibile?
Attendiamo sviluppi.
Aspettiamo
Fino a giovedì.
Dumbledore
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