Il
Signor de Coubertin non me ne voglia, ma non prendiamoci più in
giro, nessuno lo ha mai pensato davvero. La sua è e resterà sempre
una frase epica, che trasuda sportività, rispetto, volontà, che
evoca sentimenti di cuore e di forza, ma tutti sognano e sperano di
vincere.
E oggi
la sconfitta ha un solo nome: Brasile.
Ieri
sera tutti ci aspettavamo una reazione della Seleçao perché non
esiste niente di più forte del ruggito di un animale ferito. La
finale del terzo e quarto posto non era certamente il suo obiettivo,
però era la giusta occasione per iniziare a dimenticare e rendere
per quanto possibile meno amaro il fallimento. Negli occhi dei
giocatori brasiliani era invece ancora troppo vivo il ricordo della
funesta serata di martedì e la consapevolezza di non essere stati
all’altezza delle aspettative.
Completamente
privi della lucidità e della freddezza necessarie, dopo solo tre
minuti la speranza di vederli lottare per un briciolo di gloria si
spegne con l’Olanda che passa in vantaggio con un rigore realizzato
da Van Persie. Una partita, dunque, subito scritta come quei film
(vedi quello che stavano giusto trasmettendo in quel momento su
Rai2-“Il doppio volto della follia”) che già dal titolo sai come
andranno a finire. Nei primi due canali della tv pubblica ieri sera è
andato davvero in onda uno spettacolo simile, con il Brasile che è
rimasto vittima del suo stesso gioco esattamente come il protagonista
del film citato.
L’Olanda
vince meritatamente 3 a 0 confermandosi tra le prime quattro squadre
del mondo e uscendo imbattuta dal torneo con una rosa rinnovata e
destinata a crescere ancora molto.
Un
importante esame di coscienza spetta invece al Brasile che, senza la
sua stella, ha perso la rotta e non ha saputo più navigare il mare
dei suoi dubbi e delle sue paure. Dopo la dura lezione subita contro
la Germania, non è riuscito nemmeno a trovare la motivazione e il
coraggio per concludere il torneo almeno sul gradino più basso del
podio. E ora è completamente alla deriva.
Quando
l’unico risultato che ci si aspetta è la vittoria, non è facile
gestire la tensione e mantenere la concentrazione, soprattutto se
giochi in casa e se la parola d’ordine di ogni giorno di questi
quattro anni è stata “Alziamo la Coppa”.
Forse
aveva ragione de Coubertin, se l’importante fosse davvero solo
partecipare, adesso ci sarebbe tempo solo per festeggiare.
E
nessuno più dei Brasiliani, lo sa fare meglio.
Frigga
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