sabato 30 agosto 2014

ONDE SONORE - PUNTATA 10 - Summer Revival


Buongiorno a tutti!!!

Ed eccoci qui all’ultima puntata di Onde Sonore. Beh, che dire? Per me è stato molto bello portare avanti questa iniziativa questa estate e spero che anche per voi sia stato bello seguirmi.

Ultimo post, scommetto che vi aspettavate un post sulle canzoni del tipo “l’estate sta finendo, un anno se ne va”. E invece no, e non solo perché ho realizzato che dal 2000, che sembra così vicino, sono già passati ben quattordici anni e non ho voglia di parlare di anni che se vanno, ma anche perché… accidenti, l’estate sta finendo e io voglio ricordarla nel suo splendido splendente splendore.
Si parla di belle estati, si parla delle ultime estati, si parla delle canzoni che ci hanno tenuto compagnia dal 2010 fino al 2012. Perché le sentiamo ancora vicine, perché lo sono e perché un giorno ci sembreranno lontane. E, soprattutto, perché sarà come pensare che giugno sia appena iniziato. Pronti? Partenza, via.

Iniziamo dal 2010 e iniziamo dalla signora di cui ho sentito molto la mancanza questa estate. E’ una che non permette vie di mezzo, o piace o non piace: per alcuni è solo una copia di Madonna, per altri è un’artista vera, per altri ancora è un vero e proprio genio. Ad ogni modo, sa senza dubbio come far parlare di sé e per me apporta persino una buona dose di innovazione musicale. Lei è Lady Gaga.
Lo ammetto, Alejandro non è una delle sue canzoni che preferisco, però ha un suo perché ed è innegabile che si stampi nella memoria, sia per quanto riguarda il ritornello ma anche per quanto riguarda le strofe: in particolare è proprio la musicalità di queste ultime che trovo intrigante e, oserei dire, anche seducente.
E poi, chi non si ricorda il vespaio che suscitò la scena del video in cui ingoia un rosario? Suscitò persino una reazione da parte Katy Perry.


A proposito di canzoni con i ritornelli che rimangono ben impressi nella memoria. Ce ne sono alcuni che cantiamo mentalmente, come se la nostra mente fosse un i-pod. Perennemente su “replay”. A centrare questo punto è Iyaz: Replay, sebbene pubblicata nell’estate del 2009, raggiunge la cresta dell’onda del successo l’anno successivo. Parla di una ragazza che è come una melodia fissa nella sua testa, che suona e si ripete in continuazione: non si ferma ad informarci di questo fatto nel testo, no, lui si spinge oltre e ce lo dimostra, creando una melodia che oltre ad essere effettivamente orecchiabile è anche una di quelle che una volta ascoltata non si dimentica. Ulteriore pregio: tutti la possono cantare ed è semplicissima. Nananana every day is like my i-pod stuck on replay.
E’ una delle mie canzoni estive preferite. Frizzante, mi mette subito di buon umore. Nananana


Vi parlerò adesso di una delle canzoni preferite di noi PMC girls. Elevata a questo status durante una festa di Carnevale, una sera in cui io e Georgie ci stavamo particolarmente scatenando in pista, Fight for this love risale al 2009 (Don, -A, lo sento che state ridendo), ma approda in Europa nel 2010 ed è il singolo di debutto di Cheryl Cole. Semplice, è un brano che non annoia, grazie anche al cambio di melodia tra strofa, pre-ritornello e ritornello. È un brano un po’ tranquillo e un po’ dance, da ascoltare almeno una volta, e, parola di PMC girls, assolutamente ballabile.


Concludo questo 2010 chiudendo il cerchio: ho iniziato con un’artista chiacchierata e finirò con un’artista ancor più chiacchierata. Miley Cyrus. E’ sorprendente, non trovate?
Ma non è questa la sede per dare un’opinione generale su di lei: prima o poi lo farò, perché trovo che sia un personaggio e una persona molto interessante, nel panorama musicale contemporaneo. Ma torniamo a quell'anno, in cui uscì il suo album “Can’t be tamed”, dal quale fu estratto l'omonimo singolo Can’t be tamed. Una parola: energia. Questo brano è graffiante, è aggressivo, grintoso, "cattivo", non lo ferma nessuno. Ed è anche sentito, secondo me. Carica molto, mi è sempre piaciuta una frase: “I want to be a part of something I don’t know”. Forse è perché mi ha sempre dato l’idea di riuscire a esprimere il concetto di avventura e libertà, di voglia di provare qualcosa di nuovo; ma esclusivamente qualcosa di positivo, via alle situazioni negative mai provate prima.
Nota sul video: anch’io vorrei avere quelle ali.


La canzone con la quale introduco il 2011 è invece l’opposto della precedente. Non ha toni forti, ma sonorità dolci ed esotiche che trasmettono un’immediata pace e tranquillità. Quasi riflessiva, pacata, rassicurante, caratterizzata dalla voce un po’ scura della brasiliana Maria Gadù: il brano è Shimbalaiê.


Un altro brano del 2011 che apprezzo moltissimo è opera di Bruno Mars: The Lazy Song. Premetto che lo stile di Mars mi piace molto: è versatile e trovo che abbia una voce piacevole. Questa è stata la canzone che mi ha fatto dire “Sì, lui mi piace”: finalmente una canzone che parla di non fare niente e di quant’è bello stare a letto tutto il giorno senza nemmeno rispondere al telefono. Ne ho apprezzato molto anche il video, simpaticissimo, con i ballerini con le maschere da scimmia e quel muovere la testa a tempo (ben definito) persino sul fischio. Allegra, decisamente spensierata, priva di eccessi, anche questa è perfettamente capace di rendere con la musica ciò che dice nel testo. Strappa un sorriso senza problemi e ti fa venir voglia di canticchiarla tutto il giorno. E, ovviamente, di fare solo questo.


Sono giunta piuttosto rapidamente all’estate 2012, che meriterebbe un post esclusivo per tutta la musica che ha visto.
Una delle rivelazioni di quell’estate, lo ricordo come se fosse ieri, è stato il gruppo russo Serebro, con la loro Mama Lover, canzone scritta dalla ragazza bionda che guida la macchina (che si chiama Olga Seryabkina) insieme al produttore. La canzone è carina, trascinante, grintosa, di genere dance pop. Ammettiamolo: secondo me, senza voler togliere nulla al brano, che, per carità, è ben studiato, il video ha comunque giocato un ruolo importante per il suo successo. Io comunque ve la propongo anche perché è stata una delle mie preferite quell’estate.


Quell’anno ci sono poi due canzoni che tutt’ora ascolto sempre molto volentieri e credo che siano tra le 25 canzoni più ascoltate fra tutte quelle che ho.
La prima è molto romantica, conduce immediatamente su una spiaggia al tramonto. Un po’ malinconica, a dire il vero, ma, per come la percepisco io, anche piena di speranza e di bei ricordi. Parte con strofe calme per poi diventare più forte e sentita nel ritornello, come un sentimento troppo forte per essere tenuto sotto controllo. Canta di quanto sarebbe bello poter tornare indietro, in vacanza, durante l'estate, con le persone che abbiamo conosciuto e quelle a cui abbiamo voluto più bene: ve la riporto qui in a heartbeat (parola deliziosa, non trovate?): Summer Paradise, dei Simple Plan ft. Sean Paul.
La seconda, invece, parla di cavalli (ok, non sono il punto centrale della canzone... non ci sono SOLO I CAVALLIIIIII). Ciò che mi ha conquistato di Only the horses degli Scissor Sisters è proprio la musica: coinvolgente e incalzante, ricorda in effetti una cavalcata, non è agitata, ma è senza tregua, non innervosisce, ma carica. Coerente con se stessa, le note sono tutte perfettamente legate o collegate tra di loro, senza sbalzi eccessivi nella melodia. Da ricordare, assolutamente.




Per terminare Onde Sonore col botto ecco una delle canzoni più belle di quell’estate: Little Talks, degli Of Monster and Men. Di genere folk, è una canzone che incanta, è magica. Quanto a sensazioni che trasmette personalmente mi fa pensare al passato e mi porta su una alta scogliera in qualche landa nordica. Sicuramente è malinconica: tra le interpretazioni che le sono state date ne figura una che mi ha colpita particolarmente, ossia quella di un dialogo tra una moglie, ancora in vita, e un marito, ormai morto. In effetti nel testo è presente più di un verso che fa propendere per questa interpretazione (per esempio “you’re gone away, I watched you disappear, all that’s left is a ghost of you” o “No, wait for me, please hang around. I’ll see you when I fall asleep”). La frase che mi piace di più, anche da un punto di visto di “come” è cantata [è importante ciò che si canta ma importa anche come lo si fa] è “we used to play outside when we were young and full of life and full of love”: su quei “Full” anche la voce sembra essere più piena e avvolgente. È emozionante.
Musicalmente è ineccepibile, con la voce femminile alternata a quella maschile, che rende la canzone viva e mai noiosa, conferendole davvero il senso di una conversazione, e con i cori che la impreziosiscono davvero.


Bene gente. Eccoci arrivati in fondo. Non so per voi, ma per me il tempo è volato… sembra ieri che proponevo l’idea di Onde Sonore alle altre pettegole ed ora i mesi son trascorsi e io sono a scrivere la parola fine.
Spero di avervi fatto compagnia, spero che vi siano piaciute le canzoni, spero che abbiate imparato qualcosa e spero anche di avervi incuriosito, di avervi spinto a fare ulteriori ricerche su cantanti, canzoni, generi musicali, argomenti… Scrivendo questi post mi sono resa conto che, davvero, sulla musica non si smette mai di imparare e soprattutto lei non smette mai di darti soddisfazioni.
Piena dunque di speranza, vi dico arrivederci, miei cari lettori, e mando a tutti un grande abbraccio.

Baci,


Mel 

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